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CONCERTO DI MUSICA INDIANA - DUO RAGATALA 

Duo Ragatala - Paolo Avanzo e Lorenzo Danieletto




RAGATALA
Paolo Avanzo - Sitār, Canto Armonico
Lorenzo Danieletto - Tabla, Tampoura, tazze tibetane

"Ciō che colora la mente č un Raga..."


RAGATALA č un duo che svolge una riceca musicale basata sulla Musica Classica Indiana. Paolo Avanzo e Lorenzo Danieletto hanno iniziato lo studio del Sitar, delle Tabla e della cultura musicale dell'India del Nord negli anni '70. Suonano insieme dal '87 e da allora cercano di avvicinare il pubblico ai suoni, ai valori ed alle essenze offerte da quella ricchissima cultura. In essi convivono la ricerca tecnica ed espressiva delle strutture classiche indiane ed il tentativo di mettere in evidenza i non pochi elementi universali insiti in quel sistema musicale.



MUSICISTI

PAOLO AVANZO ha iniziato lo studio del Sitār e della musica indiana nel 1974, nel corso di un primo viaggio nel sucontinente indiano. Allievo di
Pandit Shivnath Mishra della Benares Gharana (scuola di Benares), membro della Academy of indian classical music di Benares, ha studiato Sitār anche con Pandit Ravi Shankar ('80), Debi Prasad Chatterjee ('81), e con Buddadithya Mukerjee (dal 1988 al 1993) presso la IIMC di S.Giorgio, venezia. Collabora dal 1995 con P.Shivnath Mishra e Deobrat Mishra per favorire la conoscenza della musica classica indiana in Italia e per il progetto di solidarietā "Music for children" in India. Ha studiato flauto "Bansuri" con T.Bannerjee presso l'Aurobindo Ashram di Pondicherry, canto hindustani con Laxman Prasad Mishra, canto carnatico con R. Leboyer. Diplomato in Nadabrahma music therapy System e nada Yoga con il prof. Vemu Mukunda, ha svolto ricerche in India sui Raga e sulle loro proprietā musicoterapiche. Insegna Biofonia, Nada Yoga e Music therapy System. Suona con Lorenzo Danieletto dal 1987, collabora con i gruppi Ti Hai e Sharadi.


LORENZO DANIELETTO ha iniziato lo studio dei tabla nel 1978 con Rangit Kumargupta, ma ha avuto come maestro Pandit Nanku Maharaj della scuola di Benares dal 1983 al 1995 (anno della sua morte). Successivamente ha studiato con Prakash Maharaj. Ha anche preso parte a seminari con Ustad Alla Rakka, Pandit Ravi Shankar e Shanka Chatterjee presso l'IIMC a S.Giorgio, Venezia. Ha inciso "Oltre il sogno, al di lā del mare" e partecipato all'incisione di "Mishra" e del primo album del gruppo "Calicanto". Ha svolto vari viaggi di studio in India, ma anche in Turchia ed in altri Paesi dell'area islamica. Studioso e collezionista di strumenti asiatici, ha esposto la sua collezione in manifestazioni culturali.





STRUMENTI

Tabla Le TABLA sono percussioni a due tamburi, di cui uno, alto e stretto, va accordato con la tonica dello strumento melodico e produce un suono brillante e "razionale", mentre l'altro (Bhaya), largo e tondeggiante, produce un particolarissimo suono grave che risalta l'elasticitā della pelle; quest'ultimo č accostato alla "pancia" ed all'irrazionalitā. Derivano dallo sdoppiamento di un preesistente tamburo sud-indiano a due facce (mridangam).

Sitār Il SITAR č un liuto a manico lungo dalla forma e dal suono estremamente caratteristici. E' lo strumento melodico pių rappresentativo della musica classica del Nord-India. Deriva da un antichissimo liuto indiano ("Vina") preesistente di cui ribalta l'ordine delle corde. Il suo sviluppo risale al medioevo: qualcuno dice per l'incrocio tra la Vina ed un liuto persiano ("Seu-tar") peraltro molto diverso, mentre secondo altri per la naturale evoluzione della "Vina" stessa. Il Sitār ha una cassa costituita da una zucca lavorata in modo particolare ed un manico cavo, lungo il quale corrono corde metalliche dal numero variabile e divise in superiori ed inferiori ("simpatiche"): quelle superiori (5,6 o 7 a seconda dello stile e della scuola) sono corde melodiche, di colore e bordoni ritmici, mentre quelle inferiori (11, 12 o 13) vengono accordate sulle note del modo "Raga" utilizzato e vibrano per "simpatia". Il particolare suono "vibratorio" č dato soprattutto dal ponte e dalla cassa di zucca. La sua forma deriva dallo schema essenziale del corpo umano: la cassa č il ventre e la pancia, il manico la colonna vertebrale lungo cui scorre l'energia sonora attraverso le corde fino alla testa (l'estremitā del manico o una seconda cassa talvolta presente). I tasti (22) corrispondono alle vertebre principali ed ai meridiani psicofisici connessi alle emozioni. Peculiaritā tecnica del Sitār č l'esecuzione di particolari glissando ad imitazione del canto, mediante la trazione laterale delle corde melodiche, con un'estensione che puō raggiungere un intervallo di quinta.





MUSICA INDIANA

Raga
Modello melodico, costruito con cinque, sei o sette note (svara) - in ordine ascendente (aroha) e discendente (avaroha) - e destinato ad imprimersi emotivamente nell’ascoltatore. Nel corso del tempo, da una fase classica elitaria (marga), si č passati ad una fase regionale allargata (desi), con proliferazione dei tipi e conseguente necessitā di classificazione. Oggi, i raga sono articolati in due sistemi paralleli, quello settentrionale, o hindosthano, e quello meridionale, o carnatico. Nel primo, i modelli melodici sono stati inzialmente raccolti in famiglie di raga maschili, attorniati da mogli - raga femminili, detti ragini, e da figli, putra. I singoli raga, maschili o femminili, hanno suggestive rappresentazioni iconografiche, completate da brevi testi descrittivi del sentimento (rasa) dominante e della raffigurazione stessa. Oppure, sono stati raccolti in raga primari, con raga secondari - detti anatarabhasa, vibhasa oppure bhasanga, upanga, kriyanga - alle loro dipendenze. I raga seguivano regole abbastanza stabili di esecuzione, che prevedevano il loro impiego in determinati periodi (prahara) del giorno o della notte o, addirittura, dell’anno. Tale classificazione ha ricevuto recente risistemazione da parte di V. N. Bhatkhande (1860-1936) che ha riformulato il sitema hindosthano ordinando i raga in dieci classi (thath) distinte dalla presenza di determinate alterazioni delle note. Nel secondo sistema, fin dal XVI sec. i raga sono stati organizzati in 72 classi (mela) raccolte in 12 gruppi (cakra) di 6 raga ciascuno, ordinati secondo uno schema fisso di alterazioni nel tetracordo inferiore e superiore e divisi dalla presenza della nota alterata MA. Oggi, un raga si esegue secondo un modello tripartito che inizia con un’introduzione (alap) lenta e melodica, ispirata all’evocazione del sentimento dominante del raga stesso. Ad essa segue il jod, sezione in cui entra l’accompagnamento ritmico. Conclude il gat, sezione brillante e virtuosistica, legata ad un preciso ciclo ritmico (tala).

Tala
Struttura ritmica ciclica, costituita da un numero variabile di sezioni, a loro volta strutturate in unitā di misura (matra). Nella musica indiana, l’esecuzione č completa solo in presenza della struttura melodica (raga), affidata alla voce o ad uno strumento solista, e di quella ritmica (tala) riservata alla percussione. Le due componenti vanno considerate nel loro insieme, come parti di un dialogo vero e proprio, in cui ciascun esecutore compone ed improvvisa secondo le regole dettate dal raga e dal tala.



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