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 EPICURO, maestro per l’oggi

 

EPICURO E LE QUATTRO VIE PER LA FELICITA'

In Grecia, fra il IV e il III secolo a. C., durante tempi travagliati e incerti, un filosofo nato a Samo nel 341 fonda una comunità, che chiama "il Giardino", in cui insegna ai suoi discepoli l'arte della felicità. Alla comunità possono accedere tutti coloro che condividono i suoi insegnamenti, comprese le donne, fatto unico nella Grecia dell'epoca, e che si autofinanzia con il versamento di somme minime. La filosofia che vi si insegna è volta a offrire i mezzi per liberare l'anima e il corpo dal dolore attraverso tecniche e pratiche ben precise. Il dolore nella vita umana è causato dai desideri e dalle paure ed Epicuro conduce i suoi discepoli lungo la strada della liberazione e del raggiungimento del piacere. Ma il piacere, nella sua definizione, è assenza di dolore, dunque, per soddisfare le necessità materiali basterà "non aver fame, non aver sete, non aver freddo", cose facili da raggiungere conducendo una vita sobria e semplice, priva di eccessi, che provocherebbero dolore. L'altra fonte di dolore sono le paure, in particolare quella della morte e quella degli dèi. Ma anche qui Epicuro ha le sue tecniche di liberazione.  Il suo Tetrafarmaco: i quattro rimedi, sono la risposta alla liberazione del dolore e al raggiungimento della felicità. Ma l'uomo è fatto anche di anima e dunque il fulcro del suo insegnamento è il sommo dono dell'amicizia, la philìa, il legame che unisce spiriti affini e che non solo procura felicità nel filosofare, ma è fatta di amore reciproco, sostegno materiale e morale, aiuto e vicinanza, presenza e condivisione. Questo è l'aspetto più alto del suo pensiero, che potremmo tradurre con "amore".  Nel suo Giardino tutti gli uomini sono uguali. Epicuro intende la filosofia come pratica di vita, non come teoria e di questo ne abbiamo testimonianza nei suoi copiosi scritti, solo parte dei quali ci sono arrivati. Fra questi, le Massime Capitali, cioè la raccolta dei principi da mandare a memoria e ripetere perché fossero ben presenti. Numerosissime le sue lettere agli amici delle varie comunità sorte in altre città, dove Epicuro era sempre presente con la sua parola, il suo sostegno morale e materiale, anche per gli orfani e le vedove. E importantissimi i suoi scritti sul Canone (la regola), la Fisica e l'Etica.

Oggi Epicuro ha moltissimo da insegnarci: non solo la fratellanza e l'unione fra gli uomini ("se necessario l'amico morrà per l'amico"), non solo i principi per una vita serena e scevra di angosce, ma anche l'amore per la libertà, che è frutto della liberazione dalla paura, il mezzo più efficace per controllare e manipolare la vita degli esseri umani.

L'EPICURO DI CARLO DIANO

La lettura di Epicuro che andremo a fare sarà quella che uno dei maggiori conoscitori e studiosi di Epicuro dell'età moderna ci offre, il filosofo e grecista Carlo Diano. I suoi studi epicurei, oltre ad aver ricostruito magistralmente molti testi dei papiri che ci sono giunti, gli hanno permesso di dare una lettura innovativa e rivoluzionaria del pensiero filosofico di Epicuro. 

Carlo Diano (Vibo Valentia 1902 - Padova 1974) è stato fra le altre cose docente di Letteratura Greca e Filosofia Antica presso la nostra università dal 1950 al 1972 ed è ormai riconosciuto non solo fra i maggiori filologi moderni, ma anche come uno dei filosofi e pensatori più originali e incisivi. E' noto in tutto il mondo per le sue opere, che sono state tradotte in inglese, francese, tedesco, neogreco, spagnolo e turco.    

 

FRANCESCA DIANO

Nata a Roma, si è trasferita a Padova a due anni al seguito del padre, Carlo Diano. Laureata in Storia dell'Arte, ha vissuto a lungo a Londra e in Irlanda, dove ha insegnato all'università di Cork. Studiosa di folklore e tradizione orale irlandese da molti decenni, dai primi anni '80 è traduttrice letteraria e consulente editoriale per grandi case editrici. Come scrittrice ha pubblicato un romanzo, una raccolta di racconti, testi poetici e saggi e suoi testi sono presenti in antologie di poeti italiani e di racconti. Alcuni suoi racconti sono stati tradotti e pubblicati da importanti riviste letterarie americane. Da tempo si occupa della cura e della pubblicazione delle opere di suo padre. 

I MUSICISTI: MARGED TRUMPER e STEFANO GRAZIA

Marged Trumper è indologa e cantante, laureata in lingua e letteratura hindi con una tesi sul genere   femminile thumri. Ha cominciato a studiare il canto indiano oltre vent’anni fa presso l’Istituto di Musiche Comparate della Fondazione Cini di Venezia con Amelia Cuni (canto dhrupad), proseguendo lo studio presso il Conservatorio   di   Vicenza.   Ha   poi   deciso   di   seguire   la   maestra   Sunanda  Sharma cominciando a frequentarne i corsi alla       Royal Academy of Music di Londra, per poi diventare sua allieva e specializzarsi nello stile vocale di Benares (thumri, khyal e generi semiclassici). È stata seguita nei suoi viaggi di studio in India anche dalla leggendaria maestra Girija Devi di Benares soggiornando nella sua residenza presso la Sangeet Research Academy di Calcutta. Ha insegnato lingua hindi all’Università di Milano   ed   è   attualmente   docente   di   lingua   hindi, indologia, metodologia   della ricerca sul campo e canto indiano presso il corso accademico del Conservatorio di Vicenza.  È una delle poche occidentali ad approfondire i vari e diversi generi attuali della   musica   vocale   colta   indostana   e   a   essere   specializzata   allo   stesso   tempo nell’aspetto linguistico-letterario e musicale. Porta avanti anche una attività di ricerca nell’ambito degli argomenti di genere e decolonializzazione per la musica indiana partecipando a convegni internazionali e pubblicando contributi a riguardo.

Stefano Grazia: è stato uno dei primi in Italia a interessarsi della musica classica indiana e della tradizione musicale del Nord India. Nel 1985 si è laureato con 110 e lode in Storia Orientale (a indirizzo indologico) con una Tesi di Laurea avente per titolo "Rapporti tra Linguaggio, Musica ed Estetica nell'India Classica". Nel 1979 ha iniziato lo studio delle Tabla e della musica del Nord India presso la Fondazione Cini di Venezia sotto la guida del grande Maestro Pandit Sankha Chatterjee di Calcutta, del quale è stato il primo allievo italiano. Nel corso dei suoi studi e approfondimenti ha incontrato e conosciuto personalmente maestri quali Ravi Shankar, Alla Rakha, Budhaditya Mukherjee, Shahid Parvez, Kishen Maharaj, Pooran Maharaj, Zakir Hussein, Partho Sarothy e altri ancora. Ha accompagnato in oltre 100 concerti musicisti indiani di grande fama sia in Italia che all'estero Nel 2004 e 2005 ha collaborato con l'Università di Bologna per eventi correlati alla musica indiana. Nel 2006 è stato direttore artistico di India World a Bologna, e nel 2004, 2006 e 2009 ha organizzato eventi musicali e interculturali quali "La via della Seta", "L'India e l'Occidente" "La seta e il cotone" "I cieli sopra Bologna". Ha partecipato a numerosi eventi internazionali tra cui nel 2007 il festival israeliano di Akko, nel 2008 Les Floraisson Musicales in Francia e nel 2010 Poiesis (Fabriano). Dal 2009 tiene regolarmente conferenze per la scuola di insegnati Ashtanga Yoga di Bologna AYBO. Ha anche collaborato con il grande sanscritista e sitarista Prof. Mark Dyczkowski in numerose conferenze e concerti. Presso il Centro Manipura accompagna da più di 20 anni alle Tabla autorevoli e importanti Musicisti Indiani di fama internazionale in concerti di musica classica indiana, ed è relatore di interessanti rassegne di cicli di conferenze sull’Induismo, sulla musica Indiana, sullo Yoga, Mantra….

ORE 21.00

 ‘Sur-taal’ dimostrazione introduttiva alla musica indiana

Con Marged Trumper (voce) e Stefano Grazia (tabla)

Presentazione:

Verranno   presentati   i   concetti   fondamentali   dell’improvvisazione   melodica (raga) e ritmica (tala) attraverso l’elaborazione di alcune composizioni tradizionali in generi diversi del repertorio del nord India (Hindustani) grazie all’interazione della voce   con   la   percussione tabla.  La   voce   è   il   modello   di   riferimento   nel   sistema indostano e presenta un ricco repertorio al quale successivamente hanno attinto gli strumenti per sviluppare il proprio stile solista, per questo è il mezzo ottimale per comprendere   le   sfumature   di   questa   tradizione   basata   sull’archetipo estetico   e modale del raga, il quale ha specifici effetti sull’animo umano.

(Per   l’occasione   verrà   anche   presentata   la   proposta   del   percorso   di introduzione alla   musica   indiana   attraverso   il   canto e   la   ritmica tenuto dai   due musicisti da ottobre 2021 presso il centro Manipura.)

 E' richiesta l'iscrizione al seminario, contattare il Centro Manipura


STUDIARE HINDI IN PRESENZA

Sono aperte le iscrizioni per il 1° livello di studio della lingua Hindi

con MARGED TRUMPER

Il corso si articola in 4 cicli di lezioni a cadenza settimanale, il primo ciclo prevede incontri di 120 minuti che saranno articolati in una parte di apprendimento di pronuncia, scrittura e lettura della devanagari (scrittura hindi) e una parte di apprendimento delle basi di conversazione e appoggio dei concetti grammaticali spiegati con un taglio per l'uso pratico immediato. La scrittura è introdotta in maniera graduale e all'inizio ci si appoggerà anche alla trascrizione (il materiale sarà in doppia scrittura) per facilitare da subito l'uso pratico senza rendere l'apprendimento troppo faticoso per i principianti. Per il primo ciclo, per chi sa già scrivere, è possibile inizialmente unirsi agli ultimi 45 minuti di lezione più conversazionale per una quota minore su richiesta. Gli argomenti di conversazione sono quelli più pratici come i saluti e le presentazioni, la famiglia, descrizione di luoghi, richiesta di indicazioni, fare la spesa ecc. Il materiale verrà fornito dall'insegnante di volta in volta e non si seguirà un unico testo perché l'impostazione è diversa dal solito modo di insegnare l'hindi. Dopo aver frequentato il primo sorso è possibile proseguire con i seguenti cicli, fino a metà giugno, in cui si introdurranno altri argomenti di conversazione e grammatica, gli incontri dei seguenti cicli saranno 7 per ciascun ciclo a cadenza settimanale di 90 minuti ciascuno.

Le iscrizioni sono aperte: contattare il

Centro Manipura Tel. 049 2610735 o direttamente

l'insegnante Marged Trumper: holikarang@gmail.com


EVENTI PRECEDENTI Grazie a tutti!!

MERCOLEDI’ 19 GIUGNO 2019 ore 18.00

 PRESENTAZIONE del LIBRO

"IO SONO A POSTO"!!

Consapevolezza di far impresa

con Corrado Rizzo

 

Corrado Rizzo, esercita a Padova la Professione di Dottore Commercialista Revisore Legale da numerosi anni  nello specifico per consulenze aziendali, fiscali e amministrative e, in particolare a cessione di azienda, cessione di quote societarie, perizie di stima, perizie di usura bancaria, valutazioni di aziende, costituzioni di società di persone e di capitali e associazioni; curatele fallimentari, perizie per la Procura della Repubblica, negli anni si sono poi susseguiti i vari incarichi di sindaco e revisore legale.

 

Corrado Rizzo si presenta così:

 

A 63 anni sono ancora idealista....si idealista...

Poi vi dico perché... e perché ho scritto questo libro.

 

Sono più di 40 anni che svolgo la professione di commercialista

Sono Revisore dei conti, Consulente tecnico del Tribunale

Faccio il mio lavoro con amore e passione... da sempre....

Ho difeso i miei clienti a spada tratta quando hanno subito accertamenti fiscali; ho vinto spesso e comunque ho sempre dato il massimo professionalmente.

Nel mio studio siamo in sette.

 

Quando mia madre mi ha accompagnato da un ragioniere commercialista avevo circa 9 anni ; sono stato affascinato dalla figura carismatica di quell'uomo vestito di blu, capelli bianchi, modi gentili, tono di voce pacato... la silenziosità dello studio... i quadri di autore con volti che mi scrutavano...

Non comprendevo di cosa stessero parlando ...certo dovevano essere argomenti importanti...

Mentre respiravo quella aria particolare... IL MOMENTO E' STATO MAGICO..!!!

Mi sono detto tra me e me: DA GRANDE FARO' IL COMMERCIALISTA..!!

 

Non ho più ricordato quel momento fino a 19 anni.... e, come d'incanto, mi sono ritrovato a fare pratica in uno studio di un ragioniere commercialista..!!

 

Poi c'è anche l'uomo … il ricercatore.... il curioso...

Mi sono sempre chiesto se è il mestiere  che chiama l'uomo o è l'uomo che chiama il mestiere? Ho constatato che, generalmente, chi può scegliere il lavoro cui è portato, sceglie la sua vibrazione... la sua tendenza.. il suo talento come si dice...

Esempio: se una persona ha il forte impulso di aiutare gli altri potrà facilmente diventare un medico o un infermiere....

se una persona ha il talento dell'artista o della musica sarà la passione a condurre la sua vita.....

mi sono chiesto che spirito ha il commercialista... non riuscivo a trovare il nesso …

partecipando a diversi seminari di ricerca interiore ho scoperto il perché  ho fatto questo mestiere: IL COMMERCIALISTA E' CURIOSO.... MOLTO CURIOSO..!!

 

Ho partecipato a numerosi seminari di ricerca interiore e di medicina alternativa.

 

Corrado Rizzo all'ultimo Salone Internazionale del Libro svoltosi a Torino dal 9 al 13 Maggio 2019

 

 

Qui di seguito si evidenzia il PROMEMORIA PER MESSA IN ONDA Radio/TV per la presentazione del Libro

"Io sono a Posto"

TV Viva l'Italia Channel (879 della piattaforma Sky)

 01/04/2019 ORE 19.30 INTERVISTA "10 LIBRI"

17/05/2019 ORE 19.30 INTERVISTA "SE SCRIVENDO - SPECIALE BOOKSHOW"

24/05/2019 ORE 19.45 CITAZIONE IN CODA A "SE SCRIVENDO - SPECIALE BOOKSHOW"

31/05/2019 ORE 19.45 RECENSIONE "SE SCRIVENDO - SPECIALE BOOKSHELF" RADIO Radio Galileo (per le frequenze consultare il sito www.radiogalileo.it)

04/04/2019 ORE 14.35 INTERVISTA "LA LUNA E I FALO'"

Naturalmente l'evento è gratuito!

E' gradita la prenotazione


GIOVEDI’ 29 NOVEMBRE 2018

SERATA DI PRESENTAZIONE del


 

Cari amici con piacere vi invito a questo interessante appuntamento con la pittura, l’arte, la poesia, la letteratura, la cultura

 

VENERDI’ 13 APRILE ore 17.30

Pomeriggio Conferenziale

 

“LE DONNE DI TONO ZANCANARO”

 

 

A cura di

Dott. Manlio Gaddi

 

Il pomeriggio alternerà commenti, racconti, foto, sull’espressione figurativa dell’importante Genio-Pittore Padovano TONO ZANCANARO

 

 

E’ gradita la prenotazione

Ingresso Gratuito

Per info e prenotazioni contattare:

Centro Manipura

Via Citolo da Perugia, 26 Padova

Tel. 049 2610735

e-mail: manipurapd@libero.it

TONO ZANCANARO

Antonio Zancanaro «Tono» nasce a Padova l’8 aprile 1906.

Nel 1931 comincia a dipingere, già nel 1933 partecipa ad esposizioni collettive.

L’amicizia col medico Giorgio Rubinato è di fondamentale importanza poiché lo avvia anche, attraverso il filtro della grande arte del nostro secolo, a una più meditata conoscenza del Meridione, dell'arte greca e mediterranea.

Nel 1935, a Firenze, Tono si reca da Ottone Rosai, dal quale asseriva d'aver ricevuto «la prima e unica, fondamentale, lezione sulla natura dell'arte».

Nel 1937: il primo viaggio a Parigi dove si reca da Lionello Venturi, da tempo li esule. Matura intanto l'impostazione ideologica dell'artista, già orientato dall'ambiente e dalle letture a un umanitarismo sociale e alla polemica contro gli stati tradizionalmente oppressori. Stringe amicizia con Ettore Luccini e, poco dopo, con Eugenio Curiel, che dal 1936 frequenta quotidianamente. Tono è così attratto dall'ambiente universitario, e in particolare frequenta il gruppo di giovani triestini legati a Curiel, come Atto Braun ed altri, il primo «Gibbo», donato a Luccini, reca la data del 1937. Poco più tardi Tono conosce Meneghetti, Marchesi ed altri esponenti dell'antifascismo universitario; presta aiuto per l'educazione dei ragazzi ebrei discriminati. nella villa di Celina Trieste: con alcuni amici entra in rapporto con Francesco Loperfido. Nel 1942 si iscrive al P.C.I. Tra il 1942 e il 1943 grava su Tono il sospetto d'un male incurabile: passa settimane in ospedale (ed è qui che, secondo quanto egli narra, ricava dei contorni delle ombre che scorge sulle pareti mentre si riprende dalla crisi, alcuni spunti determinanti per l'invenzione grafica del «Gibbo»: i cosiddetti «protogibbi»). Verso il 1950, venuto a contatto con la gente delle risaie, si impegna a suo modo, liberamente, nell'attuazione di una poetica «realistica». Pur operando costantemente a Padova, egli si sposta sempre più spesso in altre regioni, e specie a Roma, dove stringe viva amicizia con Carlo Levi, Renato Guttuso e Mino Maccari. Nel 1942 conosce a Milano, su indicazione di Curiel, Ernesto Treccani, che a sua volta lo aveva messo in contatto, a Roma, con Guttuso, e con Moravia e Morante e anche all’ambiente milanese. Tra i viaggi, oltre a quelli nelle zone vicine, come gli spostamenti continui nel Polesine, Comacchio, Mantova, Cesenatico, Ferrara, sono stati di particolare rilievo per l'artista quelli in Cina (1956) e la serie fittissima in Sicilia e in Magna Grecia. dove Tono soggiorna per lunghi periodi. In Sicilia stringe nuove amicizie, con Leonardo Sciascia, Antonio Uccello, Vincenzo Tusa ed altri intellettuali isolani, tra i quali l'editore Sellerio. Tra il 1946 e il 1950 torna più volte a Parigi, altri viaggi lo portano in Russia, in Polonia, in Germania Orientale, in Albania. Caso raro fra gli artisti si è cimentato con quasi tutte le modalità delle arti visive, riuscendo sempre ad appropriarsi delle capacità tecniche necessarie e sufficienti per eseguire il suo lavoro.

Anche se Zancanaro rimane pur sempre Maestro ineguagliato nella grafica, particolarmente nella linea pura e nell'incisione, ha lavorato a lungo con l'olio e gli acquarelli, ha inciso vasi di vetro appositamente realizzati per lui dai mastri vetrai di Murano, in stretta collaborazione con la Cooperativa del Mosaico di Ravenna ha eseguito numerosi interventi musivi, realizzato arazzi, sculture in bronzo, etc. Altra peculiarità del Maestro padovano è stato il suo desiderio di viaggiare, di muoversi sia per vedere località sconosciute, sia di conoscere persone nuove, instaurare nuovi rapporti. In questo suo peregrinare parte importante hanno avuto i musei, luoghi continui di visitazione e rivisitazione per studio e contemplazione, in particolar modo quelli di Spina, di Grosseto, le zone archeologiche di Paestum, Metaponto e Selinunte. La sensibilità di Tono Zancanaro, unita al desiderio continuo di lavorare, di realizzare anche con le proprie mani, non poteva che portare necessariamente alla scoperta della pittura vascolare greca, ed al desiderio di reinterpretarla a modo suo, oggi, con i suoi soggetti. Per questo inizia l'attività di ceramista di Tono Zancanaro, e le prime produzioni sono dei primi anni '50: l'interesse per questa lavorazione è tale che si fa costruire un suo forno, nello studio di Padova, e da solo realizza la maggior parte delle opere, vasi, piatti, ma anche sculture in terracotta.

Nel 1970 ottiene la cattedra d'incisione all'Accademia di Belle Arti di Ravenna, che conserva fino al 1977, lavorando con la Cooperativa del Mosaico. Nel 1972 ha la prima grande mostra antologica al Palazzo dei Diamanti di Ferrara, cui segue nel 1974 una seconda antologica alla Civica Galleria d'Arte del Comune di Palermo. Nel 1978 il comune di Padova gli dedica una grandissima mostra antologica nel Salone della Ragione. Nel 1982 anche il comune di Milano lo onora con una rassegna antologica nel Castello Sforzesco. Poi non si contano più le mostre antologiche in Italia ed all’estero. Muore a Padova il 3 giugno 1985.

Infine Tono Zancanaro: Pittore, grafico, incisore, scultore, mosaicista, litografo ha esplorato tutte le tecniche delle arti visive. Sue opere sono in alcuni fra i maggiori musei del mondo, come il Victoria and Albert Museum di Londra o il Museo Puškin a Mosca., ed in numerosi musei italiani. Ha esposto in tutto il mondo, vincendo numerosi premi nazionali ed internazionali. Amante della classicità greca e della Sicilia in particolare, è cittadino onorario di Capo d’Orlando (ME) e di altre cinque città. Di sè aveva scritto, fra l'altro, nella auto presentazione della mostra presso il Palazzo dei Diamanti di Ferrara nel 1972/73:

"Sono stato e sono, si capisce, estraneo ai giochi dei clan, gruppi, estetiche, giri di mercato. Ma mai ho dubitato che se il gioco doveva costare la proverbiale candela, consista e consiste nella fiducia verso l'uomo e me stesso nel vivo della vita e della storia dell'uomo e dell'umanità. Essere magari l'ultimo anello, ma della catena che tiene legata l'umanità che io chiamo umana. Questa è stata ed è la mia resistenza di uomo prima di tutto, di artista infine. Forte come credo di essere per aver affondato le mie radici nel mondo ellenico, ultimo e primo approdo che non esclude davvero la grande civiltà e terra cinese, il nostro rinascimento, la recente storia dell'umanità che lotta per l'uomo figlio e padrone della ragione. "

DOTT. MANLIO GADDI

Manlio Tommaso Gaddi (1946) laurea in chimica, dal 1968 vive a casa di Tono Zancanaro, già amico di famiglia, inizia ad interessarsi all'arte ed a organizzare la vita del Maestro, curandone via via tutti gli aspetti dalla gestione delle mostre alle numerose pubblicazioni alla gestione economica, divenendo così un "cultore della materia". Dopo la morte di Tono ha fondato l'Archivio Storico Tono Zancanaro (www.tonozancanaro.it) con la finalità di diffondere le opere del Maestro, realizzando quindi numerose mostre e pubblicazioni in Italia ed in tutto il mondo. Oltre alle opere di Tono Manlio T. Gaddi ha inoltre curato mostre e pubblicazioni per altre decine di artisti, pubblicando circa un centinaio di cataloghi e oltre una ventina di monografie.

 


APPUNTAMENTO CON LA LETTERATURA  

 

La serata della presentazione del libro è stata davvero interessante e arricchente, un vero spaccato della Sacra India.

Vi consigliamo la lettura del libro per acquistarlo indichiamo il link:

Darśanhttps://bookabook.it/libri/darsan/

Cari amici con piacere vi invito a questo interessante appuntamento con la letteratura, la poesia, la cultura

GIOVEDI’ 29 MARZO ore 20.00

Presentazione del libro

 

Darśan

di Marco Perini

 

La serata alternerà la lettura di alcune pagine del libro

Darśan

da parte di Donatella Cipolato e commenti, racconti, foto, filmati sugli argomenti trattati nel libro dall’autore, Marco Perini

E’ gradita la prenotazione

Per info e prenotazioni contattare:

Centro Manipura

Via Citolo da Perugia, 26 Padova

Tel. 049 2610735

e-mail: manipurapd@libero.it

MARCO PERINI è nato a Venezia. laureato in Filosofia con una tesi sull'Advaita Vedānta, prosegue i suoi studi sulla filosofia indiana arricchendoli con numerosi viaggi che lo portano ad esplorare gli sconfinati aspetti della religione e della spiritualità del subcontinente. Su questi argomenti ha relazionato in corsi, interviste e conferenze. E' tra i pochi italiani a poter dare testimonianza diretta dell'antico rituale di possessione del Theyyam, almeno nella sua forma più originale e pura. Nel 2013, approfittando di una lunga permanenza in India, ha vissuto per circa un mese negli accampamenti del Maha Kumbh Mela, il più grande raduno religioso del mondo. Lì, a stretto contatto con asceti dalle pratiche estreme che solo in questa occasione si concedono alle folle, ha potuto approfondire la conoscenza dei loro lignaggi, usi e rituali. Nel 2014 ha pubblicato Maschio Alfa, il suo primo romanzo.

DONATELLA CIPOLATO Nata a Venezia nel 1960, si interessa di ogni genere musicale fin da bambina, all’età di 16 anni entra a far parte dei Cantori Veneziani diretti da Davide Liani partecipando a una lunga e fortunata serie di concerti. Decide di proseguire gli studi musicali e consegue il diploma in teoria e solfeggio al Conservatorio B. Marcello di Venezia per poi iniziare a studiare canto lirico con M° Jolanda Michieli e successivamente con M° Sherman Lowe. Dal 2003 inizia un lungo e attivissimo percorso di studio e ricerca teatrale durante il quale collabora con il Centro Universitario Teatrale-Shylock, l’Accademia di Belle Arti e l’Università Ca’ Foscari di Venezia che le dà l'occasione per formarsi come attrice sotto la guida di registi come Gabbris Ferrari e Alessio Pizzech e partecipare successivamente ad allestimenti e festival teatrali sia nel Veneto che in altre regioni italiane. Ha frequentato i corsi di lettura radiofonica con la doppiatrice Ilaria Stagni. Frequenta regolarmente gli stage di recitazione cinematografica con Barbara Enrichi (premio David di Donatello per il film “Il ciclone” di L. Pieraccioni.

Ha collaborato con la Rai, sia in televisione che in radio, collabora da 15 anni con diverse case editrici e associazioni culturali in occasione di reading, eventi culturali, presentazioni editoriali, audiolibri, soprattutto in veste di voce recitante. Tiene regolarmente laboratori di educazione della voce, training vocale, canto classico, è donatrice di voce per il libro parlato Lions presso la Biblioteca Marciana di Venezia.


 

CICLO CONFERENZE

CENTRO MANIPURA- PADOVA

 

Il Centro Manipura sta organizzando un ciclo di conferenze a livello culturale, informativo, di dialogo di notevole interesse con ospiti di spessore che ci accompagneranno in serate interessanti sull’Ebraismo, Buddismo, Induismo…ma anche si parlerà di educazione nutrizionale, del benessere psicofisico con il buon “moto” per mantenersi in salute, la meditazione, lo Yoga, l’Ayurveda, la Medicina Tradizionale Cinese…..


GENNAIO/MARZO 2017

Ciclo di Conferenze sull'Induismo e degli aspetti più sottili

Ciclo di conferenze a cura di Stefano Grazia, Dott. in Storia Orientale a indirizzo Indologico, specializzato in musica classica del Nord India e Musicista (Tabla Player).

1°APPUNTAMENTO GIOVEDI’ 26 GENNAIO

NADA:

Riflessioni sul suono tra mistica e musica nella tradizione classica indiana

 

  MISTICA E FILOSOFIA

   1) parte prima

     - Lineamenti di storia dell'India antica

     - Le origini del pensiero indiano 

     - I 6 Darshana ortodossi e le scuole eterodosse

     - La concezione indiana del suono dalla tradizione vedica allo shivaismo kashmiro

 

    2) seconda parte

     - La teoria della vibrazione

     - Il significato del Mantra

     - Aspetti del Nada Yoga

     - Le SWARA, tra musica e linguaggio

 

2°APPUNTAMENTO GIOVEDI’ 16 FEBBRAIO

MUSICA ED ESTETICA

  MUSICA ED ESTETICA

   1) parte prima

    - Il concetto di RAGA - i colori delle note

    - Il concetto di TALA - ritmo e ciclicità,  influenze islamico-persiane

    - La musica classica del Nord e Sud India, analogie e differenze 

    - La nascita delle differenti scuole musicali (GHARANA)

 

     2) seconda parte

     -  Guida all'ascolto consapevole e alla comprensione della musica classica del nord India

     - Una ghirlanda di Raga : dall'alba alla notte alla scoperta dei differenti colori del Raga

        secondo le ore della giornata

     - Il Rasa : le emozioni dei differenti Raga in relazione allo stato d'animo

    

3°APPUNTAMENTO GIOVEDI’ 30 MARZO

TRA ORIENTE E OCCIDENTE

-          - Considerazioni finali

          - Raffronto tra l'India e l'Occidente e le loro rispettive tradizioni culturali e musicali.

 

Relatore: Dott. Stefano Grazia è stato uno dei primi in Italia a interessarsi della musica classica indiana e della tradizione musicale del Nord India. Nel 1985 si è laureato con 110 e lode in Storia Orientale (a indirizzo indologico) con una Tesi di Laurea avente per titolo "Rapporti tra Linguaggio, Musica ed Estetica nell'India Classica". Nel 1979 ha iniziato lo studio delle Tabla e della musica del Nord India presso la Fondazione Cini di Venezia sotto la guida del grande Maestro Pandit Sankha Chatterjee di Calcutta, del quale è stato il primo allievo italiano. Nel corso dei suoi studi e approfondimenti ha incontrato e conosciuto personalmente maestri  quali Ravi Shankar, Alla Rakha, Budhaditya Mukherjee, Shahid Parvez, Kishen Maharaj, Pooran Maharaj, Zakir Hussein, Partho Sarothy e altri ancora. Ha accompagnato in oltre 100 concerti musicisti indiani di grande fama sia in Italia che all'estero Nel 2004 e 2005 ha collaborato con l'Università di Bologna per eventi correlati alla musica indiana. Nel 2006 è stato direttore artistico di India World a Bologna, e nel 2004, 2006 e 2009 ha organizzato eventi musicali e interculturali quali "La via della Seta", "L'India e l'Occidente" "La seta e il cotone" "I cieli sopra Bologna". Ha partecipato a numerosi eventi internazionali tra cui nel 2007 il festival israeliano di Akko, nel 2008 Les Floraisson Musicales in Francia e nel 2010 Poiesis (Fabriano). Dal 2009 tiene regolarmente conferenze per la scuola di insegnati Ashtanga Yoga di Bologna AYBO. Ha anche collaborato con il grande sanscritista e sitarista Prof. Mark Dyczkowski in numerose conferenze e concerti.

INFORMAZIONI

 

Orario ore 20

Durata dell'incontro 2/3 ore

Costo a serata 20€

Per iscrizioni: tel. 049 2610735 o manipurapd@libero.it

E' gradita l'iscrizione


PROSSIMAMENTE

 VISITA GUIDATA ALLA COMUNITA' EBRAICA DI PADOVA

 

In Ghetto visita al:

- Museo della Padova Ebraica

- Alla Sinagoga

- Incontro/Conferenza con il Rabbino Locci

INFO: La memoria ebraica di Padova

Fino a qualche decennio fa lo spazio antico e prezioso dell’ex sinagoga tedesca di Padova non era che una servitù di locali adibiti a garage. Nonostante questo, fino ai primi anni Cinquanta un meraviglioso armadio sacro, un Aròn Haqòdesh, era ancora inserito in una nicchia al centro della sala; per salvarlo dal degrado non rimase che portarlo via, in Israele. A ricordarne la ricchezza perduta rimane una foto, a grandezza naturale, proiettata sulla stessa nicchia di quello che oggi è il nuovo Museo della Padova Ebraica.

Il museo è infatti ospitato nell’edificio della vecchia sinagoga, restaurato dalla comunità ebraica negli anni Novanta e restituito alla città come luogo di cultura e non più di culto. Un edificio dalla storia lunga e travagliata, iniziata nel 1682 e proseguita sempre al centro della vita della comunità anche dopo l’abbattimento delle porte del Ghetto; un luogo che ha celebrato gli anni d’oro dell’ebraismo padovano nel primo decennio del Novecento e che ha resistito al tentativo d’incendio da parte dei fascisti negli anni Venti, per poi crollare nel successivo attentato incendiario, andato purtroppo a segno nel 1943. Una storia difficile, luminosa e buia a tratti, come quello della comunità ebraica padovana, degli uomini e delle donne che hanno fatto la storia di quegli 8.000 metri quadrati di strade, scale e palazzi, ma anche di una nazione, e di un popolo.

Nel nuovo museo questa storia viene narrata attraverso i documenti, le foto, i biglietti augurali, gli spartiti musicali, e con ancora più forza grazie agli oggetti della tradizione che per secoli hanno accompagnato i riti sacri nella sinagoga e le preghiere domestiche. Si perpetua la tradizione delle case ebraiche illuminate dalla lampada a nove braccia durante la Chanukkà, dei vassoi d’argento per portare il cedro durante la festa di Sukkot, dell contenitore che custodisce i buoni auspici per il bambino neonato, il Shadday. Sui rotoli di Esther sono posate le Yad, puntatori come manine d’argento che aiutano la lettura a voce alta, a testimoniare una tradizione di condivisione orale; un tipo di trasmissione che si applica anche alla lettura dei rotoli della Torah, i cui ideali, per essere applicati concretamente, devono essere anche commentati. 

Sono questi ultimi testi a dominare la grande sala che ospita il museo, impreziositi dall’argento delle loro medaglie, dei puntali decorativi e delle corone, le ‘Atarah. Al centro troneggia l’oggetto più prezioso e antico: la Parokhet di manifattura mamelucca egiziana, risalente al XV secolo e già esposta a New York, Istanbul e Venezia, che è forse il più antico esempio di tappeto a nicchia noto con disegno di tipo architettonico. 

Il Parokhet e gli altri pezzi esposti sono custoditi in teche che per cicli di cinquanta minuti s’illuminano, immergendo il resto della sala nel buio; la parete che ospita i matronei ora chiusi si fa schermo di una suggestiva videoinstallazione che presenta dieci delle figure più rappresentative della comunità ebraica padovana, come il fondatore dell’accademia talmudica Yehuda Mintz, il senatore e sindaco di Padova Giacomo Levi Civita (1846-1922), e il rettore dell’università di Padova (fra il 1905 e il 1910) Vittorio Polacco. Le persone, la musica e le immagini dei luoghi della Padova ebraica si fondono allo spazio del museo, lo trasformano in una scatola d’immersione nel tempo che procede a sbalzi, intrecciandosi, senza seguire una linea, perché il tempo diviene un altro unico preziosissimo oggetto da tramandare.

È in questi termini che ne parla il rabbino Adolfo Aron Locci, rispondendo a chi gli chiede il perché di questo altro museo sull’ebraismo, che non è l’unico in Italia e che si deve anzi confrontare da vicino anche con quello di Venezia. “Abbiamo realizzato questo museo per mostrare non solo una storia che ci fa orgoglio, ma anche per dimostrare la vitalità, l’esistenza e la sussistenza della comunità ebraica padovana. Rappresenta un passato glorioso che abbiamo ereditato e che vogliamo trasmettere verso il futuro, rispettando una catena che si è cercato di non interrompere mai”. È il dovere di tramandare e di ricordare un passato importante per la città. Ed è allo stesso tempo la necessità di affermarsi, di essere e di esserci, adesso, a Padova.

SINAGOGA

L'inaugurazione della prima Sinagoga Grande di rito tedesco avviene nel 1525. Si tratta della Sinagoga in via delle Piazze, in Contrada San Canziano. Era collegata a sud con la sinagoga di rito spagnolo, in via San Martino e Solferino, che aveva di fronte quella di rito italiano, l'unica tuttora funzionante.

Fu trasformata nel 1892 per accogliervi anche i fedeli di rito italiano e spagnolo.

Nel 1943 fu devastata da un incendio doloso che danneggiò l'antico palazzo.
Lo storico edificio dovette chiudere e gli ebrei della città spostarsi nella vicina e più recente Sinagoga di culto italiano.
Il restauro è stato completato nel 1998 e oggi l'ex Sinagoga costituisce parte integrante del patrimonio storico e culturale con funzione di Sala Polivalente.

L'edificio appare in tutta la sua eleganza secentesca: all'esterno è dipinto in una tinta rossa detta "del barocco tedesco" su cui spiccano le cornici e i fregi di pietra.

All'interno durante il restauro è stato scoperto uno scantinato con soffitto a volta e grandi vasche per abluzioni rituali. E' stato poi ricostruito il "midrash" luogo di studio.

Al piano superiore la grande sala della Sinagoga, con la scala monumentale: il sito vuoto dell'Aron, l'arca santa molto simile ad un altare barocco.

Sul retro, la corte Lenguazza con la loggetta dell'antico midrash e integranti resti di affreschi della facciata posteriore della Sinagoga Grande.

 La Sinagoga Tedesca si trova in via delle Piazze ed è visitabile su appuntamento, contattando la Comunità Ebraica di Padova.

La Sinagoga di via San Martino e Solferino fu edificata nel 1548 e conserva l'antico arredo in legno con l'Aron, la grande libreria che contiene i rotoli della Legge.

A breve sarà pubblicata la data della giornata dedicata alla Visita Guidata alla Comunità Ebraica in Ghetto


 

 

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